INTERVENTO DI MANUTENZIONE DELLE FACCIATE
E RESTAURO DEL FREGIO A GRAFFITO
NOTE STORICHE:
La Villa Burlamacchi (XVI Sec.), poi Micheli, oggi Vignocchi, è situata a Massa Pisana con accesso dalla via Pisana Nuova attraverso un viale pavimentato.
La vicenda storico costruttiva indica Villa Vignocchi come la “villa del dispetto”, perché fu edificata sull’asse del viale di accesso, quasi ad impedire la vista dalla strada alla sovrastante Villa Bernardini. La sua collocazione su un terrapieno delimitato da una chiusa e da una balaustra di pietra, attestata su pilastri di cotto decorati con sassi bianchi e neri, toglie la scena alla villa contigua.
La soluzione architettonica del piano terra rialzato su un basamento a scarpa, coronato con un marcapiano a forma di toro in pietra, e il portico asimmetrico angolare richiama il Palazzo Pretorio di Lucca, la cui costruzione avveniva negli stessi anni ad opera di Nicolao Civitali, figlio di Matteo.
Il piano primo riporta una discontinuità stilistica che presuppone una esecuzione differita nel tempo, segnata da finestre ad arco slanciato con conci in pietra bugnati a raggiera, che conferiscono al palazzo un respiro rinascimentale e richiamano a Simone del Pollaiolo detto il Cronaca (prima metà del ‘500), ”il cui influsso nell’architettura civile lucchese della prima metà del Cinquecento si trova solo nel palazzo Arnolfini poi Cenami e nella villa di Giovanni Bernardini, mentre dalla metà del Cinquecento in poi è largamente diffuso” ( Ville e Committenti dello Stato di Lucca, Isa Belli Barsali).
L’edificio con il portico è raffigurato nel Terrilogio Burlamacchi del 1660 “raffigurante un volume cubico con loggiato a tre archi disposto sui due lati contigui (con due archi sul prospetto laterale), che ha indotto a ipotizzare che la villa sia stata ampliata con la realizzazione dei tre archi chiusi per realizzare una composizione simmetrica della facciata principale, con la scansione dei piedritti che dalle colonne e dai pilastri raggiungono la trabeazione.
Un documento iconografico antecedente, citato da Isa Belli Barsali, raffigura una costruzione con portico architravato ed aperture a bifora al piano primo, in luogo delle arcate probabilmente realizzate in epoca posteriore.
Queste vicende testimoniano che la villa ha subito diverse fasi di costruzione con ripensamenti che hanno determinato la sua peculiarità rispetto alle costruzioni dell’epoca.
La villa è caratterizzata da prospetti asimmetrici e tutti diversi, e ogni lato ha accesso diretto al giardino. I due stemmi, presenti sul prospetto Est e Ovest, sono attribuiti da Isa Belli Barsali alla famiglia Micheli.
Il fregio a graffito, presente fra i due marcapiani in pietra, che si estende su tutti i quattro i lati del primo piano, e la fattura delle finestre testimoniano un’influenza fiorentina.
Questa villa ricorda nella tecnica degli intonaci ad arriccio schiacciato e negli elementi costruttivi compositivi dei marcapiani e delle finestre, malgrado le profonde diversità, la villa Burlamacchi Santini, oggi Rossi, di Gattaiola.
L’INTERVENTO:
L’intervento consiste nella pulitura, nel consolidamento e nel rifacimento parziale degli intonaci delle facciate e delle parti lapidee in pietra di Guamo e pietra serena e nel restauro del fregio a graffito, presente fra le due cornici marcapiano del piano nobile.
Il grado di conservazione degli intonaci differisce sulla base delle relative esposizioni: i prospetti più danneggiati sono il Nord, maggiormente aggredito da licheni e interessato da distacchi e il lato Ovest al piano terra, dove sono presenti parziali interventi di rifacimento con calce mista a cemento.
Alla luce delle indagini eseguite sugli aspetti costruttivi e materici del manufatto possiamo riassumere che la particolarità delle facciate è data dall’uso della finitura ad arriccio schiacciato, lasciato privo della stesura del fine.
I prospetti Est e Nord, in corrispondenza del disegno degli archi, presentano uno scialbo lisciato, mentre nel tamponamento degli archi la malta ha una finitura ad arriccio con granulometria più grossa.
Questa differenziazione dell’uso dell’arriccio enfatizza l’architettura ed esalta l’imponenza del volume attraverso la diversa granulometria che produce una conseguente variazione cromatica. La malta del tamponamento degli archi ha una leggera colorazione fatta a fresco contemporaneamente alla stesura dell’arriccio. L’effetto cromatico e materico con l’accostamento alla pietra di Guamo dei portali e delle finestre inginocchiate con l’arenaria delle colonne rendono l’edificio raro e particolare nel panorama delle ville lucchesi.
Alla luce di quanto detto, l’intervento sugli intonaci prevede un’accurata pulitura delle superfici con l’eliminazione degli effetti patogeni del bio-deterioramento e il consolidamento capillare degli intonaci, con la rimozione delle piccole parti incongrue di malta e cemento, presenti soprattutto nel prospetto Ovest.
Lo stato conservativo del fregio, eseguito a graffito di tono bianco calce su fondo nero, differisce in relazione alle zone di esposizione che hanno determinato una diversa conservazione. La parte più antica è quella Ovest, che presenta scene di caccia, in pessimo stato di conservazione con numerose mancanze, sollevamenti, cadute di intonaco e interventi di riparazione impropri. Il lato meglio conservato è la parte Est dove sono visibili figurazioni di ispirazione manieristica su temi mitologici. I lati Nord e Sud, decorati senza presenze figurative, sono in pessimo stato conservativo. I due stemmi araldici, presenti sul lato Est e Ovest, rivelano ancora la presenza di incisioni, ma sono privi di tracce di colore.